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Consumo Di Carne Animale e inquinamento

Ne stanno discutendo da qualche anno .

Il consumo di carne eccessivo fa male o no ? e in caso positivo, è legato allo sviluppo di tumori come rivelato da uno studio americano.
Il consumo spasmodico di carne sta inquinando anche il pianeta! Ecco quindi cosa comporta il mangiar carne.

Quello che segue è un breve estratto di Repubblica Tv che spiega come influisce sul pianeta il consumo di carne, consumo che oramai è risaputo essere non una necessità ma un vizio.

allevamenti di carne - nuocciono alla salute ?

STUDIO STATUNITENSE RIVELA: C'E' UNA STRETTO COLLEGAMENTO TRA IL CONSUMO DI CARNI E TUMORI, GAS SERRA, INQUINAMENTO FALDE ACQUIFERE, IMMISSIONE AMMONIACA E TANTO ALTRO...LE RICERCHE EVIDENZIANO DATI SHOCK: PER NON INCORRERE IN ALCUN RISCHIO BISOGNEREBBE NON CONSUMARE CARNE!

Il consumo di carne è stato spesso correlato ad un aumento dei tumori al seno e di quelli colo-rettali. Purtroppo, una nuova ricerca medica ha dimostrato che questo alimento influenza anche lo sviluppo di ulteriori tipi di neoplasie.


Il fatto di maggiore interesse che riguarda lo studio statunitense, elaborato dal National Institutes of Health-AARPDiet and Health Study, è che si sono divisi gli intervistati in due fazioni: l'una con prevalente consumo di carni rosse (manzo maiale e agnello) e nell'altra il consumo di prodotti derivati dalla lavorazione della carne ("salsicce, pancetta, prosciutto, insaccati, carne pressata in scatola bianca o rossa... ma anche in aggiunta a pizze, lasagne, sughi, chili e stufati").

Ebbene l'indagine, che ha riguardato ben mezzo milione di persone, ha dimostrato una correlazione direttamente proporzionale fra consumi di carne (sia semplice che inserita in lavorazioni diverse ) e rischio di sviluppare tumore esofageo, colorettale, epatico, polmonare (anche in non fumatori).
Il rischio non dipende quindi dalla qualità della carne (semplice o lavorata), ma dalla sua quantità: è elevato per chi consuma quantità fra i 10 e i 60 o più grammi al giorno per le carni semplici e fra i 2 e i 20 grammi o più al giorno per quelle lavorate.

In pratica, il rischio è basso se se ne consuma meno di 10 grammi (in forma semplice) e meno di due (in forma lavorata). Cosa praticamente impossibile, che mostra come per evitare il rischio di tumore al 100% la soluzione sarebbe una sola: evitare di consumare carne.

allevamenti intensivi di bovini un rischio per la salute


La sezione di Zootecnica Agraria del Dipartimento di Scienze Animali dell'Università degli Studi di Milano, svolge da anni attività di ricerca su tematiche riguardanti gli aspetti ambientali dell'alimentazione e dell'allevamento animale. In particolare sono stati effettuati numerosi studi ed indagini circa i problemi connessi all'escrezione azotata nelle specie bovina e suina, all'emissione ammoniacale proveniente da deiezioni di suini alimentati con diete diverse, circa la concentrazione di ammoniaca e idrogeno solforato all'interno degli edifici di allevamenti suinicoli.

Infine sono state condotte indagini basate sulla LCA (Life Cycle Analysis) in allevamenti bovini in zone alpine e di pianura. Questi progetti di ricerca sono stati principalmente finanziati dalla regione Lombardia. La Sezione di Zootecnica Agraria del DSA conduce da oltre 20 anni prove di bilancio metabolico per determinare il valore nutritivo di alimenti, soprattutto foraggi, e diete e per la misura degli scambi gassosi degli animali allevati (bovini, suini, ovini e caprini). Inoltre nel centro di ricerca vengono effettuate prove in vitro e in situ per la determinazione della fermentescibilità (con relativa produzione di gas) e della degradabilità ruminale di alimenti e diete.

allevamenti intensivi di carne bovina


La Lombardia è la regione italiana a maggior vocazione zootecnica: sul territorio lombardo sono allevati circa 4,8 milioni di capi suini, il 52% del patrimonio nazionale, oltre 1,5 milioni di capi bovini (circa il 25% del patrimonio nazionale), circa 96000 capi ovini e 65000 caprini e più di 37 milioni di capi di avicoli. Questa elevata concentrazione di animali allevati in una area limitata, contribuisce sicuramente ad aumentare le emissioni gassose in atmosfera di gas climalteranti quali la CO2, il metano e il protossido di azoto. Secondo le stime dell'ARPA, il 54% del metano emesso in Lombardia proviene dall'agricoltura, di questo circa un terzo è prodotto dalle fermentazioni enteriche dei ruminanti. Il comparto agricoltura è responsabile inoltre del 6% della CO2 emessa e del 76% del protossido di azoto, quest'ultimo quasi interamente dai reflui zootecnici.
Risulta pertanto evidente la necessità di mettere in opera opportune strategie per ridurre e prevenire l'emissione di gas provenienti dagli allevamenti zootecnici. L'alimentazione svolge un ruolo fondamentale sul metabolismo animale e sulle caratteristiche di reflui ed emissioni, pertanto lo studio e la messa a punto di adeguate strategie alimentari e di piani di razionamento mirati, può rivelarsi fondamentale al fine di ridurre le quantità di gas serra emessi.

 

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