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La Germania rivuole il proprio ORO

La Bundesbank si appresta a rimpatriare una parte dei propri depositi di oro custoditi all’estero. Il quotidiano economico “Handelsblatt” scrive che domani la Buba darà l’annuncio ufficiale di voler ridurre la quantità di oro depositata a New York e di ritirare completamente il metallo giallo custodito nei forzieri parigini della Banque de France.  
 Attualmente le riserve di oro tedesco depositate all’estero sono ripartite nei forzieri della Fed a New York, dove è custodito il 45% delle riserve auree tedesche ammontanti a 3.396 tonnellate, con il 13% giacente presso la Bank of England a Londra e l’11% presso la Banque de France. Nella sede della Bundesbank di Francoforte giace invece il 31% delle riserve. 
LA germania rimpatria il suo oro

In un mondo sommerso dai debiti, la  decisione di rimpatriare l’oro tedesco dovrebbe dirla lunga sul clima di sfiducia che si sta creando tra le varie banche centrali, oltre che sulla portata di questa crisi.
In tempi di crisi,  destinati peraltro  a durare a lungo e per i quali (allo stato attuale) è difficile escludere il verificarsi di eventi nefasti di portata imprevedibile, è meglio riportarsi a casa l’oro, si saranno detti i tedeschi. Come dargli torto?
Ma questo, oltre a favorire un possibile inasprimento del clima di sfiducia sui mercati,  rischia di produrre anche un effetto emulativo da parte della altre banche centrali che, sulle orme della Bundesbank, potrebbero essere tentate ad agire alla stessa maniera dando il via ad una vera e propria corsa all’oro.
 
Già da tempo in Germania è aperto il dibattito sull’opportunità di conservare parte della ricchezza aurea fuori dal perimetro nazionale. Ma, al netto della diffidenza regnante sulle capacita degli stessi USA di restituire l’oro in custodia,  il repentino cambio di strategia da parte della banca centrale tedesca, dovrebbe indurci a qualche riflessione sugli esiti che potrebbe avere questa crisi che, giorno dopo giorno, sembra demolire in maniera sistematica  relazioni ed equilibri creati in 70 anni di pace.
 
E per quanto riguarda l’oro italiano? Bankitalia continua a mantenere un silenzio inquietante, insieme ad una incomprensibile fiducia nei depositari esteri.
 

 

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