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Per molte persone, la maggior parte del tempo passata su Facebook è per condividere le foto delle vacanze, dei propri figli e ‘chiacchierare’ con gli amici. Ma il sito di social media ha un lato oscuro, perché un nuovo studio mostra che gli aggiornamenti di stato possono rivelare una serie di tratti della personalità, tra cui se qualcuno ha tendenze psicopatiche. I ricercatori della Sahlgrenska Academy e dell’Università di Lund in Svezia hanno scoperto che gli aggiornamenti di stato che indicano stati di psicopatia potrebbero riguardare la prostituzione, la decapitazione, la pornografia e immagini cruente.
Secondo i ricercatori, le persone con tratti psicopatici sonofortemente concentrate sui loro desideri e hanno una mancanza di empatia con gli altri utenti. Queste persone spesso infrangono norme e regole, e hanno una maggiore inclinazione a commettere i crimini; inoltre è emerso che quelli con tratti di personalità narcisistica potrebbero enfatizzare le proprie caratteristiche buone, per esempio, facendo notare che gli altri non hanno capito cosa sia la vera felicità. I narcisisti sono egocentrici, si auto-glorificano e hanno una fiducia esagerata nelle proprie capacità. I tratti di personalità nevrotica possono essere individuati dall’analisi degli aggiornamenti di stato e si distinguono anche da quanti amici hanno su Facebook e da quanto spesso aggiornino il loro stato.
Lo studio mostra anche che gli utenti di Facebook estroversi e aperti, in genere hanno molti amici su Facebook e aggiornano il proprio status più spesso di altri. Le persone con tratti machiavellici, nel frattempo, sono cinici, emotivamente distanti e non si lasciano influenzare dalla morale. Essi ingannano e manipolano le persone nel loro ambiente per ottenere vantaggi. La ricerca si è basata su test di personalità e contenuti che ha analizzato gli aggiornamenti di stato su Facebook di poco più di 300 americani ed è il primo del suo genere.
‘Facebook ha rivoluzionato il modo in cui le persone interagiscono su Internet, e questo offre un’opportunità unica per la ricerca psicologica‘, ha detto Danilo Garcia, ricercatore presso il centro di ricerca della Sahlgrenska Academy, il Centro per l’Etica, Diritto e Salute Mentale. Gli utenti di Facebook hanno risposto a un questionario scientifico con domande mirate a provare personalità estroverse, nevrotiche, psicopatiche, narcisistiche e machiavelliche. I ricercatori hanno anche analizzato i loro 15 aggiornamenti di stato più recenti. I contenuti degli aggiornamenti di stato sono stati quindi studiati con algoritmi di analisi semantica latente, che è un metodo per misurare il significato delle parole. Per coloro che hanno letto aggiornamenti di stato di amici che sembrano ‘bizzarri’, lo psicologo dell’Università di Lund Sverker Sikström, che è stato coinvolto nello studio, ha alcune parole di conforto: ‘Anche se si mostrano i tratti di personalità psicopatiche su Facebook, questo non vuol dire automaticamente sono degli psicopatici‘.
Alcuni datori di lavoro e psicologi dicono:
- La rivista tedesca Der Tagesspiegel ha sottolineato che James Holmes (autore del massacro di Aurora durante la prima del film ’Il cavaliere oscuro – Il ritorno’, dove ha ucciso 12 persone e ne ha ferite 58), e l’omicidio di massa norvegese compiuto da Anders Behring Breivik, hanno un terreno comune nella loro mancanza di profili di Facebook.
- Ad un livello più concreto, Forbes.com riferisce che i dipartimenti delle risorse umane in tutto il paese stanno diventando sempre più diffidenti dei giovani candidati al lavoro che non utilizzano il sito.
- Lo psicologo Christopher Moeller ha detto alla rivista Der Tagesspiegel che l’uso di Facebook è diventato un segno che si ha una rete sociale sana.
- Gli psicologi hanno notato che Holmes, insieme a molti assassini di massa noti, non hanno mai avuto amici veri. E questo è ciò a cui l’argomento si riduce: Il sospetto è che non avere un account su Facebook, che è diventato così normale tra i giovani e gli adulti, è un segno che si è anormali e disfunzionali, o addirittura pericolosi.
Lo studio, chiamato ‘The dark side of Facebook‘ – il lato oscuro di Facebook, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Personality and Individual Differences.
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