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Bonifici esteri, dietrofront del Tesoro

Il ministro Saccomanni chiede la sospensione della maxi trattenuta automatica e fa sapere che "gli acconti già trattenuti dalle banche sulla base della norma saranno restituiti". Ma l'Agenzia delle entrate avverte che dal primo luglio il nuovo governo potrà ripristinarla

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Fabrizio Saccomanni cede alle polemiche e chiede la sospensione del provvedimento che dal primo febbraio prevede una maxi ritenuta automatica del 20% sui bonifici provenienti dall’estero. L’Agenzia delle entrate, su richiesta del ministro dell’Economia, ha disposto la sospensione dell’operatività della ritenuta – spiega una nota di via XX Settembre – sottolineando che “gli acconti eventualmente già trattenuti da intermediari finanziari sulla base della norma in oggetto saranno rimessi a disposizione degli interessati”. La marcia indietro, però, è soltanto temporanea. La stessa Agenzia delle entrate ha infatti precisato che lo stop al prelievo vale fino al primo luglio.

Il provvedimento aveva scatenato da subito un gran polverone. La trattenuta, che lasciava al contribuente l’onere di dimostrare che le somme non avessero natura di “compenso reddituale” per chiedere la restituzione dell’imposta, era finita nei giorni scorsi sotto l’esame di Bruxelles. “Esamineremo se la misura è proporzionata o no”, aveva dichiarato il portavoce del commissario Ue per la Fiscalità, Algirdas Semeta. Pressioni contro la maxi trattenuta erano arrivate anche dalle petizioni lanciate in rete e dalle associazioni di consumatori Adusbef eFederconsumatori, che avevano denunciato “l’ennesimo abuso di potere”.

Le ragioni “ufficiali” dello stop alla normativa fornite dal Tesoro e dall’Agenzia delle entrate, però, sono discordanti. Il provvedimento dell’Agenzia delle entrate parla di “difficoltà applicative riscontrate dagli intermediari e dai contribuenti in ordine ai suddetti obblighi e alle necessarie implementazioni procedurali”. Il ministero dell’Economia, invece, cita l’“evoluzione del contesto internazionale”, facendo riferimento all’evoluzione “in materia di contrasto all’evasione fiscale cross-border, che ha subito una forte accelerazione, attraverso la creazione di un modello di accordo intergovernativo (Iga) per lo scambio di informazioni tra gli Stati Uniti e gli altri Paesi, che fa ritenere ormai superata la disposizione che ha introdotto la predetta ritenuta alla fonte”.

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