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2014: : +22% di FALLIMENTI NEI PRIMI TRE MESI rispetto al 2013

 Piu' di 3.600 fallimenti in soli tre mesi; circa 40 al giorno, quasi due all'ora: sono i dati di Unioncamere sulle imprese fallite nel primo trimestre 2014, il 22% in piu' rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

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Salgono anche le procedure di concordato, 577 (+34,7%). L' aumento riguarda sia le societa' di capitali (+22,6%), che le societa' di persone (+23,5%) e le imprese individuali (+25%).Tra le regioni gli aumenti piu' consistenti in Abruzzo, Liguria, Puglia, Umbria e Marche.

In lieve controtendenza appaiono, secondo i dati Unioncamere, le aperture di procedimenti fallimentari per le imprese costituite come consorzi o cooperative, che hanno mostrato un calo di circa il 2%.

Una procedura fallimentare su 4, aperta tra l'inizio di gennaio e la fine di marzo, ha riguardato aziende che operano nel commercio (+ 24% rispetto allo stesso periodo del 2013).

In crescita anche i fallimenti nell'industria manifatturiera, un comparto in cui il fenomeno era in calo nel 2013: nel primo trimestre del 2014 si contano 763 fallimenti di imprese industriali, il 22,5% in piu' dell'anno precedente.

Allo stesso modo, anche l'edilizia ha fatto registrare un incremento rispetto al dato 2013: +20,1% corrispondenti a 771 nuove procedure avviate.

Dal punto di vista geografico, l'aumento dei default riguarda tutte le aree del Paese: in misura maggiore, rispetto alla media nazionale, nel Nord Ovest (+22,8%), nel Centro (+23,0%) e nel Mezzogiorno (+27,8%).

Sotto la media solo il Nord-Est (+12,5), benchè un aumento di fallimenti superiore al 12% rispetto il 2013 sia ugualmente catastrofico.

Il dettaglio dei dati regionali ci consegna la Lombardia, in termini assoluti, come la regione con il maggior numero di procedure fallimentari aperte (808), seguita a distanza da Lazio (364) e Toscana (293).

Le uniche regioni in cui i fallimenti appaiono in diminuzione sono la Basilicata (-17,6%), il Molise (-9,1%) e la Calabria (-2,4%).

Questi dati - purtroppo veri - smentiscono clamorosamente le balle raccontate da Renzi al riguardo della "ripresa", balle che Renzi ha avuto l'ordine di propalare da parte dei poteri forti nord europei, speventatissimi del risultato che potrebbe arrivare dalle elezioni europee.

L'Italia è letteralmente distrutta dall'euro e finita incatenata della UE. Nessuno uscirà vivo dalla crisi di questo Paese se lItalia non uscirà il più velocemente possibile dall'euro e dall'unione europea.

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