Accedi


Miliardi di IVA evasa per finanziare la Jihad

Procura di Milano: 1.150 milioni di Iva rubati al Fisco. Gli 007: sono finiti ai fondamentalisti islamici per la jihad


A frodare il Fisco italiano ci pensa la jihad. La scoperta fatta negli ultimi mesi dalla procura di Milano la quale ha scoperto che, grazie alla manipolazione dei mercati energetici europei, da anni vengono riempite le casse dei fondamentalisti islamici che combatteono la Guerra Santa contro l'Occidente.

image

IL tutto gira intorno a Imran Yakub Ahmed, un pachistano 40enne con passaporto inglese e residenza a Preston. Il suo nome saltà fuori, per la prima volta, quando i soldati americani misero le mani sui documenti trovati nel rifugio di Osama Bin Laden. Dopo qualche anno eccolo rispuntare nella veste di amministratore della "Sf Energy Trading spa", società milanese su cui avevano messo gli occhi i pm Adriano Scudieri e Carlo Nocerino per la facilità con cui riusciva a fare soldi grazie all'accordo di Kyoto. Dal momento che ogni Stato ha una quota massima di produzione di anidride carbonica, le aziende che riescono a stare sotto al tetto assegnato possono vendere il rimanente della quota alle imprese meno virtuose attraverso i carbon credit.

L'associazione criminale acquistava carbon credit in Gran Bretagna, Francia, Olanda e Germania attraverso società con sede in Italia, intestate a prestanome cinesi o a persone a cui rubavano l'identità. E qua scatta la truffa al Fisco italiano: l'Iva, che in questo tipo di transazioni intracomunitarie non deve essere pagata, veniva fissata al 20% e aggiunta al prezzo d'acquisto. Il carbon credit, caricato dell'Iva al 20%, veniva quindi rivenduto ad altre società fittizie che intermediavano con gli acquirenti finali.

Come spiega il Corriere della Sera, i pm di Milano sono riusciti a ricostruire il giro di denaro generato dal rincaro dell'Iva al 20% e a far luce su conti correnti che da Cipro e Hong Kong finivano velocemente a Dubai. Negli Emirati Arabi Uniti, però, le rogatorie si sono trovate di fronte un muro di gomma. Oltre non è stato possibile andare. Tuttavia, come svelano Ferrarella e Guastella, dietro le "imponenti operazioni di riciclaggio" sarebbero servite a finanziare il terrorismo internazionale di matrice islamica. Chiuso il cerchio, sono state indagate ben trentotto. Di queste undici sono ricercate. Come ancora da trovare sono i soldi: dei 1.150 milioni di euro sottratti al Fisco ne sono stati recuperati appena 80 milioni. C'è ancora tanto da fare. Nel frattempo un’inchiesta parallela avrebbe scoperto una seconda frode, molto simile a quella legata ai carbon credit. Anche in questo caso si parla di 450 milioni di euro evasi.


Commenti