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Il Lipizzano, Sua Altezza Il Cavallo
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Edd China ha lasciato Affari a Quattro Ruote (in Italiano)
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Come recuperare la batteria di uno smartphone
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Vidigulfo (PV), la sciagurata demolizione della cascina Gandina.
VIDIGULFO (PV), cascina Gandina. La sciagurata demolizione avvenuta nel 2009 di una tipica cascina lombarda che si presentava in buono stato conservativo. In foto la torre colombaia del Quattrocento appena prima dell'abbattimento, un particolare del portale settecentesco delle case coloniche e infine, la desolante imma...gine della spianata dopo la completata demolizione. L'atto di vandalismo perpetrato da speculatori e amministratori del territorio comunale è stato segnalato comunque alla Soprintendenza Architettonica.
Mauro Manfrinato.
Vidigulfo (PV), la torre medievale della frazione Mandrino.
VIDIGULFO (PV), fraz. Mandrino, centro abitato. Adiacente la strada principale della frazione un tempo comune a se stante sorge questa torre a pianta quadrata attribuibile ai sec. XIV-XV. Attaccato ad essa sul retro si addossa una piccola casa rinascimentale. La parte alta della torre è destinata a colombaia con fori triangolari e den...te di sega sporgente sottostante modanato, utilizzato come appoggio dei colombi, si notino tracce dell'intonaco originale. La torre e l'edificio addossato rinascimentale fanno parte di un complesso di cascina secentesca con corte quadrata. Le strutture sono di proprietà privata. La torre, come del resto tutta l'azienda agricola versano in stato di abbandono e grave degrado. L'edificio è stato segnalato alla Soprintendenza Architettonica.
Mauro Manfrinato.
Vidigulfo (PV) un grande patrimonio latente e non studiato d'edilizia antica va in rovina.
Articolo del quotidiano La Provincia Pavese del 7 ag. 2007, allo stato attuale (giu. 10) l'edificio trecentesco posto nel cetnro abitato con archi a sesto acuto di proprietà privata è ancora nel più totale abbandono, mentre la lunga casa che conservava la muratura perimetrale stilata d'epoca quattrocentesca è stata totalmente abbattuta. Ora è stata ricostruita con gli stessi volumi e, il rivestimento della facciata esterna è stato eseguito utilizzando gli antichi mattoni. Paradossale abbattere la storia materiale per ricostruire le fabbriche edilizie ex novo come l'antica. Discipline d'ignoranza, stoltezza e sopra ogni cosa speculazione, nel giardino dell'abbattuta casa stanno infatti sorgendo degli appartamenti.
Mauro Manfrinato.
Marzano (PV) si abbatte l'antica cascina De Frati
Articolo del quotidiano La Provincia Pavese del 21 giugno 2008. La cascina De Frati edificata sul finire del Cinquecento fu ampliata tra sei e Settecento. Le strutture delle stalle e delle case coloniche erano tutte recuperabili, un intervento conservativo le avrebbe senz'altro salvate e rese fruibili ricavandoci pregevoli abitazioni. Quasi tutto ora è stato abbattuto e ricostruito nel medesimo posto in stile simil antico.
Mauro Manfrinato.
Vidigulfo (PV), viene distrutta totalmente una splendida cascina lombarda
Articolo del quotidiano La Provincia Pavese del 5 novembre 2008. Un crimine, indubbiamente un crimine, la demolizione totale della cascina Gandina. Non rimane più nulla di essa, soltanto il ricordo e qualche sgualcita immagine; ma probabilmente a pochi importa. Tutte le strutture sei-settecentesche sono state abbattute, anche la torre di pianta lombarda del Quattrocento, (foto a destra, prima della sua imminente demolizione) uno scempio immane. Ora stanno sorgendo appartamenti in mezzo alla campagna; questo è quanto accade nel pavese.
Mauro Manfrinato.
Castello di Landriano (PV), un edificio d'enorme valore storico-artistico nel più totale abbandono
Vincolato dal 1956 il castello di Landriano ormai da nobile residenza di conti è diventato rifugio di topi e piccioni. Un edificio di notevole pregio archeologico, architettonico e artistico nel più totale abbandono. Il bene culturale è di proprietà privata e il medesimo proprietario non è interessato al mantenimento della struttura e la fa marcire nella più totale indifferenza. Mi chiedo a cosa possa servire un vincolo sull'immobile se poi non si fa nulla per cercar di mantenere il medesimo in uno stato di protezione restaurandolo. Il castello era adibito ad abitazioni in affitto sino ad una ventina d'anni fà, attualmente è inusufruito e gravemente pericolante in più parti. L'edificio fu costruito intorno al Mille, fu poi parzialmente distrutto e ovviamente modificato nei secoli numerose volte. La veste estetica attuale è quella di un poderoso palazzo signorile d'epoca settecentesca. All'interno conserva comunque numerosissimi affreschi della metà del Cinquecento e soffitti decorati dell'epoca medesima. I Taverna furono gli ultimi veri nobili possessori della residenza, questi comperarono nel Cinquecento la fabbrica architettonica dalla nobile famiglia Landriani che possedeva la costruzione sino dal Medioevo. I Taverna, ad ogni modo, apportarono abbellimenti e modifiche fino al primo decennio dell'Ottocento, poi il castello passò in più mani di privati che trascurarono la costruzione, regalandoci alla vista un edificio gravemente decadente. Non aggiungo altro, le immagini fanno il resto.
Mauro Manfrinato.
Lardirago (PV), la secentesca cascina Pasquarolo nella più totale rovina
Pasquarolo è una tipica cascina lombarda secentesca a pianta quadrata con corte centrale molto ampia, tutti gli edifici come le stalle, le case coloniche e la casa padronale sono in sfacelo, abbandonati all'inesorabile opera distruttrice del tempo poichè l'ente proprietario (Collegio Ghislieri di Pavia) non è interessato al mantenimento dei suoi immobili. Tuttavia tutti i corpi di fabbrica benchè alcuni molto compromessi, con un attento sudio e restauro sarebbero recuperabili; oserei dire che un agriturismo in un luogo così racchiuso e calmo, a pochi passi dalla strada provinciale, potrebbe essere un positivo pretesto se servisse per salvar l'antica cascina dalla sua totale rovina.
Mauro Manfrinato.
Torre d'Arese (PV), il campanile della parrocchiale cade a pezzi.
La Parrocchiale fu edificata per volere della nobile famiglia degli Arese nel Seicento. Attualmente tutta la struttura necessiterebbe di interventi di restauro urgenti, ma come al solito mancano i soldi nell'ambito della conservazione dei Beni Culturali. Di recente dal cornicione del campanile si sono staccati grossi frammenti di intonaco in malta di calce originali, rovinando al suolo sulla pubblica via del paese; detto fatto è stato segnalato anche alla vicina stazione dei pompieri che sono tempestivamente accorsi per verificare. Tuttavia la via non è transennata e la struttura, in particolar modo la cella campanaria con apertura a bifore è in precario stato conservativo. Attualmente alcune campane non funzionan più nemmeno. Sarebbe duopo che parroco e sindaco, assieme a Curia e Soprintendenza attuino a tavolino un serio progetto di messa in sicurezza dello storico campanile, cercando di poter far partire un serio restauro della struttura.
Torrevecchia Pia (PV), la cascina Guzzafame è in totale sfacelo
Lungo la ex statale 412 della Val Tidone proseguendo in direzione di Landriano (PV), alla destra dell'antica roggia Bolognina si trova la cinque-secentesca cascina Guzzafame. L'attuale impianto edilizio superstite è composto nella corte da una casa padronale di Tardo Ottocento estremamente riattata di recente, alcuni capannoni prefabbricati, rimesse moderne e lungo la roggia una fila di abitazioni coloniche, inglobanti parte di mura perimetrali della casa padronale cinque-secentesca originaria. Questi ultimi edifici sono gli unici dell'azienda più degni di nota storico-artistica, purtoppo anche i più gravemente pericolanti. Si notano comunque ancora due stemmi cardinalizi settecenteschi sulla facciata sud del fabbricato dove è posto il cancello d'ingresso alla cascina e sul retro dell'abitazione medesima una cornice barocca in stucco datata 1619, nel cui centro era affrescata una sacra immagine ora totalmente deteriorata. L'ottanta per cento dei tetti delle costruzioni è già cascato all'interno distruggendo oltremodo i piani pavimentali superiori e indebolendo i lunghi perimetrali. Prima o poi anche di questo inesediamento rurale non rimarrà che uno sbiadito ricordo; peccato.
Mauro Manfrinato.
Il governo Letta prima di venire falciato da una raffica di mitra (politico) da Renzi, ha varato la norma secondo la quale le banche devono trattenere il 20% di ogni somma che viene pagata tramite bonifici dall’estero che abbiano natura diversa da quella reddituale (cioè di somme che non derivano da lavoro o attività commerciali).
L’assunto dell’agenzia delle Entrate è quello di considerare ogni bonifico proveniente dall’estero e diretto ad una persona fisica italiana (o ad un ente non commerciale) come scaturito da investimenti detenuti all’estero o da attività estere di carattere finanziario. Chiunque non dichiari alla propria banca che i bonifici che riceve dall’estero non sono ricollegabili ad attività finanziarie, si vedrà addebitata un’aliquota del 20% alla fonte. Aliquota che finirà, tramite banca, nelle casse del fisco per poi essere scomputata in sede di dichiarazione annuale dei redditi.
E’ importante sottolineare che tale trattenuta non si applica alle persone fisiche che ricevano bonifici nell’ambito della propria attività d’impresa o di lavoro autonomo e allorchè la riscossione non avvenga tramite l’intervento di un intermediario finanziario.
LA DICHIARAZIONE PER L'ESENZIONE – La dichiarazione viene rilasciata preventivamente dal cliente, in forma libera, e deve attestare che i bonifici non costituiscano, nemmeno in parte, un reddito di capitale o un reddito diverso di fonte estera. In questo caso la ritenuta non viene applicata, ma la banca ha l’obbligo di segnalare all’Amministrazione Finanziaria il nominativo del cliente e l’ammontare dell’ accredito percepito. In linea teorica c’è tempo fino al 30 giugno 2014 per presentare la dichiarazione, ma in questo senso il provvedimento è piuttosto fumoso. La cosa migliore da fare è verificare con ogni singolo istituto di credito.
Dunque in teoria se si prevede di ricevere bonifici dall’estero, per ogni bonifico bisogna andare in banca e fare una dichiararazione in forma libera (il come non si sa) con cui si attesta che tale somma NON costituisca reddito di capitale.
Ma voglio tradurre meglio la norma: il fisco italiano PRESUME che ogni bonifico che proviene dall’estero sia CAPITAL GAIN! e dunque applica un 20% di trattenuta e POI starà a VOI dimostrare che non è così.
Molte banche italiane ovviamente brancolano nel buio, non hanno moduli per le dichiarazioni attestanti la NON natura reddituale delle somme bonificate dall’estero e capita che ti trattengano il 20%…. e poi si vedrà (cioè poi te la vedi tu col fisco).
I media sussidiati italiani ovviamente si guardano bene dal sollevare un caso nazionale, sia mai che una parte di questa estorsione vada a garantire ancora qualche aiuto di Stato.
Ad ogni modo sapete cosa succederà? (e sta già succedendo). E’ facile.
Che dopo un primo momento di follia ogni singolo cittadino italiano sta bloccando qualsiasi bonifico verso l’Italia e cercando metodi alternativi per ottenere il proprio denaro entro i confini nazionali. Altri cittadini italiani, più fortunati, stanno semplicemente accelerando il loro processo di delocalizzazione
E comunque abbiamo un nuovo fantastico vincolo che distruggerà creazione di ricchezza PIL e magari qualche capitale in rientro. Purtroppo di pari passo con le necessità dello Stato verrà distrutta ogni libertà personale ad una ad una. Il mio profondo rispetto va a chi decide di rimanere in Italia (o non può proprio andare via), per tutti gli altri vi dico: FATE LE VALIGE il costo per rimanere si alza sempre di più, siamo solo all’antipasto.
Siate Consapevoli, Siate Preparati.
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